Il 20 Ottobre 2018 sono stato ad una manifestazione di organizzazioni politiche e sindacali di Sinistra radicale, potremmo dire Sinistra sociale, a Roma, Piazza della Repubblica.
In realtà, mosso da urgenze lavorative, ho fatto giusto in tempo a comprare in po' di stampa alternativa e a prendere contatti per partecipare a qualche riunione o assemblea che sia.
La parola "proletariato" ricorre spesso.
"Stato Borghese" pure.
Lo Stato come strumento di potere della Classe dominante, la Borghesia.
Dunque come un Nemico.
Ma, come insegnava Gramsci, occorre sempre storicizzare.
Ai tempi di Marx si votava per censo, dunque governi, parlamenti e Stati rappresentavano gli interessi dei più ricchi.
Ma dal 1945 in Italia c'è il suffragio universale, dunque chiunque in età maggiorenne può arrivare a far rappresentare le proprie istanze.
E, infatti, i successivi 50/60 anni di benessere diffuso, come mai prima nella storia italiana e dell'Occidente, sono stati conseguenza di Governi e Parlamenti progressisti, grazie ad una logica di maggioranza che giocoforza faceva riferimento a larghissimi strati della popolazione, emancipatisi da una condizione di sussistenza grazie al boom economico e all'estensione e distribuzione dei diritti socio-economici.
La classe che ha maggiormente beneficiato dello sviluppo socio economico nel secondo dopoguerra è stata la piccola borghesia impiegatizia (grazie alle politiche di assunzione nel pubblico impiego) e quella commerciale e imprenditoriale (grazie al boom economico).
È questa la nuova borghesia dello Stato Borghese post 1945.
Ma è una borghesia molto differente da quella dei tempi di Marx.
Marx intendeva la ricca borghesia commerciale e imprenditoriale, alias Il Capitale, che stava acquisendo risorse economiche, prestigio sociale e influenza politica (tramite lo Stato, appunto, Borghese) grazie alle Rivoluzioni Industriali.
Mentre la borghesia cresciuta socio-economicamente e politicamente nel secondo dopoguerra è, sostanzialmente, parte di classe popolare che si emancipo' da una condizione di sussistenza.
La stessa classe operaia godette dei frutti del progressismo del CentroSinistra e lo Statuto dei lavoratori (1970) fu il culmine della stagione dei Diritti sociali ed economico-lavorativi.
Poi, dal '68, invece, si comincia a imporre la questione dell'ampliamento dei Diritti Civili.
È a quel punto che la Sinistra storica, comunista e socialista, comincia ad inseguire i Radicali, sinistra libertaria in tema di diritti civili, ma liberisti in economia (a qualcuno sovviene qualche analogia con il PD degli ultimi 10 anni?!?).
L'errore dei figli della Seconda Guerra è aver dato per scontato che i diritti economico-sociali fossero dati una volta per tutte.
Insomma, il '68 è stata la Rivoluzione di chi aveva la pancia piena e ha dato per scontato che rimanesse tale per sempre.
È proprio una volta conquistati i fondamentali diritti economico-sociali che il Capitalismo ha distolto l'attenzione delle masse, e dei suoi partiti, virando il faro sui diritto civili, di per sé innocui sulla (re)distribuzione della ricchezza.
Ed, infatti, nei primi anni 70 prende forma l'ideologia neoliberista, pensiero economico funzionale al ritorno dominante del Capitalismo.
Parliamoci chiaro: il mondo e la sua stratificazione sociale è cambiato dal 1848 (anno de "Il Manifesto").
Quella che ai tempi di Marx era la Grande Borghesia oggi sono i grandi imprenditori: grandi imprese industriali (Confindustria in Italia), grandi banche & assicurazioni, Multinazionali.
Questi, insieme ai Rentiers, cioè i ceti possidenti i Grandi Patrimoni, sono il Capitale, alias l'1% più ricco
La grossa differenza è che, dagli anni 60 ad oggi, la piccola borghesia si è enormemente ingrossata in Occidente (principale base elettorale della DC).
È tale Borghesia, allora novella classe dominante, che ha generato il progresso sociale ed economico di cui hanno beneficiato anche i ceti operai e popolari.
Ed è questo tipo di Borghesia che il Capitalismo ha dovuto colpire per tornare in auge, intaccandone i cosiddetti "valori borghesi": Dio, Patria e Famiglia.
Famiglia: colpendo la famiglia tradizionale con Divorzio e Aborto.
Patria: desovranizzazione (= progressivo superamento) degli Stati, delegando poteri statuali ad organi sovranazionali (WTO, Banca Mondiale, BCE), possibilmente "indipendenti" dalla politica (= dipendenti da chi ha la forza economica per riuscire a rappresentare i propri interessi = i più ricchi = il Capitale).
Il tutto condito con l'ideologia globalista, mondialista, no border, più funzionale a Mercato & Finanza che ai popoli.
Dio: attacco alla Chiesa tramite delegittimazione del Papa (amplificazione scandalo pedofilia), già avendo un Pontefice particolarmente naif, molto politico e poco ieratico rispetto ai predecessori.
Morale della favola:
Stato & Istituzioni sono, oggi, l'ultimo baluardo contro lo strapotere del Capitalismo ed estrema difesa delle classi meno abbienti.
Oggi il Capitalismo vuole lo Stato Minimo.
E infiltrarne le Istituzioni con propri massoni.
Interesse, invece, di tutte le altre classi meno abbienti dovrebbe essere, specularmente, lo Stato Massimo, cioè massimamente presente nell'economia.
Ma...
.. Ma l'effetto collaterale dell'ingordigia neoliberista dei potentati finanziari e della grande impresa è stato impoverire la classe media, la Borghesia (quella che aveva il Risparmio da poter depredare), ma, cosi facendo, appiattendone le esigenze economiche verso il basso, cioè verso il popolino.
Cosicché esigenze economiche e politiche di Borghesia e Popolino (già noto come Proletariato) convergono in questa fase storica.
Di più.
La distinzione marxiana tra capitalista e imprenditore è più attuale che mai: gli operai non sono mai stati così nella stessa barca dei piccoli imprenditori loro datori di lavoro.
E le piccole banche, quelle del credito cooperativo legate al tessuto produttivo (la cosiddetta Economia Reale), mai state più distanti (e per questo sotto attacco) dalle grandi banche nazionali (attive quanto non mai nella Finanza speculativa, cioè l'Economia di Carta/Virtuale).
Al ché, oggi la sperequazione distributiva unisce potenzialmente le esigenze di operai, ceti popolari (il Quarto Stato), con quelle di piccola borghesia impiegatizia, piccole P.IVA, micro imprese (il Terzo Stato) e, addirittura, anche delle piccole banche legate all'economia reale.
Questi costituiscono il 99%.
Al ché, oggi la sperequazione distributiva unisce potenzialmente le esigenze di operai, ceti popolari (il Quarto Stato), con quelle di piccola borghesia impiegatizia, piccole P.IVA, micro imprese (il Terzo Stato) e, addirittura, anche delle piccole banche legate all'economia reale.
Questi costituiscono il 99%.
Insomma, il 99% è generato dalla accentuata sperequazione distributiva indotta dai superRicchi, l'1%.
L'1% sono i Ceti Possidenti e Grande Finanza e Impresa, cioè il Capitale, e il Neoliberismo è la sua ideologia economica.
L'1% sono i Ceti Possidenti e Grande Finanza e Impresa, cioè il Capitale, e il Neoliberismo è la sua ideologia economica.
Il 99% è la moderna macro classe sociale fatta da ceti popolari, operai, piccola borghesia impiegatizia, piccole P.IVA, micro imprese e le banche popolari legate al territorio.
Gli interessi del 99% sono contrapposti a quelli dell'1%.
Questa la moderna questione di classe e la battaglia del nostro Tempo.
Terzo e Quarto Stato devono completare la Rivoluzione del 1789 e imbrigliare il Primo Stato (l'Aristocrazia dei ceti possidenti, coloro che, dotati di grandissimi patrimoni, non hanno bisogno di lavorare, noti come Rentiers) e il Secondo (Finanza e Grande Impresa, che devono comunque lavorare per lucrare).
Terzo e Quarto Stato devono completare la Rivoluzione del 1789 e imbrigliare il Primo Stato (l'Aristocrazia dei ceti possidenti, coloro che, dotati di grandissimi patrimoni, non hanno bisogno di lavorare, noti come Rentiers) e il Secondo (Finanza e Grande Impresa, che devono comunque lavorare per lucrare).
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