domenica 23 giugno 2019

Una storia di redenzione italiana

Sono un figlio decaduto della medio-piccola borghesia impiegatizia (padre ex professore di Religione, madre ex quadro INAIL).
Destino da Millenial nell'Italia gerontocratica, una storia come tante in un Paese che vede emigrare parte dei suoi figli più intraprendenti esclusi dagli ascensori sociali.


Un mix di irriflessa intraprendenza giovanile, carenza di ambizione e di orientamento mi ha portato a disperdere gli interessi sul funzionamento della Società, paradossalmente, proprio nella cimentazione in realtà sociali, le più varie, afferenti ad un aspetto trascurato dai programmi scolastici e universitari da me affrontati: il Lavoro.


Compilando il curriculum mi sono accorto che ho sperimentato l'intero spettro delle casistiche lavorative, tanto che se mi candidassi prenderei voti sia tra i lavoratori dipendenti, soprattutto precari, sia tra gli autonomi:


- impieghi a termine tramite agenzie di somministrazione, come "tappabuchi" (sostituzioni ferie per lo più)


- operaio nella piccola impresa (controllo tra colleghi, presenza dell'imprenditore/lavoratore = forte stimolo a rigare dritti e, nei meno cinici, comunanza di vedute e azione con la Direzione)


- operaio nella grande impresa  (scarso controllo tra colleghi, fondamentale ruolo dei quadri intermedi - nel bene e nel male -, Direzione fisicamente assente = cultura dominante individualista, sottocultura "aziendalista” impotente e frustrata)


- Agente di Commercio, cioè popolo delle P.IVA (= inizi il mese quasi da zero ma con costi fissi; ingiustizia fiscale - assurdo anticipo IVA, assenza di compensazioni con l'Erario -, mentalità bianco & nero, win-lose: se vendi hai vinto, se non vendi hai perso)


- impiegato al banco (il mondo dei commessi: la paziente arte di rapportarsi con il pubblico, vestiti di assistenza ma con anima commerciale)

Alla fine, Socrate ha vinto: dopo aver provato anche la morte dell’anima nella grande impresa priva di etica lavorativa, ove gli addetti più giovani sono imbelli consumisti ignari delle precedenti conquiste sociali che gli permettono oggi di rateizzare lo smartphone di ultimo grido, ho deciso di essere quel che dovevo.


Il collegamento tra magazziniere e addetto del comparto Security o di Global Risk Management? Evitare il peggio mantenendo l'ordine ed esorcizzando le criticità.

Così, rieccomi tra corsi e Istituti formativi, constatando nelle nuove leve un generale decadimento (voluto?) dell’istruzione di massa, non tanto di contenuti quanto di capacità critica, attitudine sempre più rara.

Indubbiamente, il mio è un progetto folle o quasi disperato. Ma ormai ho coscienza di essere “una pietra che rotola” e che se non “rotolassi” non sarei nemmeno “pietra”.


Non si tratta di sbarcare il lunario o aspirare a chissacché. Il mio percorso non è il Mezzo ma il Fine. I risultati arriveranno di conseguenza, previa perseveranza.

3 commenti:

  1. Bello, dovessi fare un articolo anche con un approccio degli stessi lavori ma periodi diversi

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    1. Molto autoironico e, quindi , piacevole. Il fraseggio un po' involuto.

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    2. In realtà l'approccio è quello di chi fa un serio bilancio dei suoi ultimi vent'anni e cerca di raddrizzare la barra

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