Alla luce di strategie e tecnologie militari odierne, una dissertazione su quelle cinesi in un’eventuale confronto con gli USA.
1 - Strategia militare.
La Difesa Attiva è la postura cinese: strategicamente difensiva ma operativamente e tatticamente offensiva. Presente da Mao in poi, è ribadita nella China’s Military Strategy del Libro Bianco 2015, "Il concetto strategico di difesa attiva è l'essenza del pensiero strategico militare del PCC" (CMS 2015, III), e nella nuova Outline of Military Training And Evaluation promulgata dalla PLA nel 2018, “scoraggiare e vincere guerre” (ibi).
Il livello di aggressività tattica è determinata dalla cogenza dell'interesse da difendere: assertività nel Mar Cinese Meridionale, "è compito... per la Cina salvaguardare i suoi diritti e interessi marittimi" (CMS 2015, I), minaccia tra le righe in caso di remoto attacco nucleare, "Mantenere la deterrenza e portare a termine il contrattacco nucleare" (CMS 2015, II).
Per capire la Cina occorre pensare "cinese". Gli Han adatteranno l'armonia taoista alle cose belliche: essere forte ove il nemico è carente e sfruttare la forza dell'avversario contro sé stesso. La deterrenza è nel DNA del pensiero militare cinese: “vincere il nemico senza bisogno di combattere, quelle è il trionfo massimo” (Sun Tzu, capitolo III, terzo insegnamento).
Il sistema difensivo costiero A2/AD mira proprio a impedire a forze antagoniste di occupare o attraversare un territorio importante, come i Mari adiacenti di cui la Cina agogna il controllo completo. Nel 2015 è stata creata un’apposita forza armata, il PLASAF, l’artiglieria contraerea, che “rafforzerà le sue capacità di deterrenza strategica e contrattacco nucleare” (CMS 2015, IV), cresciuta significativamente in dotazioni di missili e vettori nell’ultimo anno (Tab A).
La Tecnologia è l'insieme delle possibilità offerte da innovazione di prodotto, di materiali e processi di utilizzo degli stessi. La modifica delle possibilità influisce sull'evoluzione del pensiero. E il pensiero militare non fa eccezione. In generale, la guerra del futuro si avvarrà di metodi sempre meno convenzionali, come segnalato già più di 20 anni fa da Martin Libicki, teorico della IW e delle sue sette declinazioni (C2W, IBW, EW, PSYOP, HW, EIW, Cyberwarfare), dai Gen.li Liang e Xiangsui, sulle nuove frontiere della guerra derivanti dall'innovazione tecnologica militare e civile crescente (Liang e Xiangsui 1999), e riformulato alla luce delle moderne tecnologie dal Gen. Gerasimov (Gerasimov, 2013), Capo di Stato Maggiore dell’esercito - che controlla il potente GRU, il servizio di informazioni delle forze armate russe.
È la c.d. Dottrina Gerasimov (Tab. B), ove il rapporto tra metodi convenzionali e simmetrico-ibridi è sbilanciato di quattro a uno a favore di quest'ultimi: "le guerre non si dichiarano più e... procedono secondo modelli.. poco familiari" (Cristadoro 2018, 48); "le guerre non scoppiano più" (Mini 2017, 13).
Non a caso il Celeste Impero ha recentemente costituito una forza armata cibernetica ad hoc (CMS 2015, IV).
L'emergere di armi digitali permette nuovi scenari di attacco e deterrenza. Applicazione di ciò, per esempio, è l'uso di forze marittime irregolari cinesi, formalmente pescherecci. Mentre la Russia ha impiegato "Little Green Men", clandestinamente, in Crimea, la Cina usa i suoi "Little Blu Men" per sostenerne le rivendicazioni insulari e marittime nei mari dell'est e del sud della Cina (Erickson e Conor 2015).
A conclusione, tutti i Paesi stanno virando il proprio budget militare verso tattiche asimmetriche e ibride sia per la maggiore economicità rispetto ai mezzi convenzionali sia perché sfruttano la tendenza storica della tecnologia ad allargare lo iato tra azione ed effetto (Anders 2003), tra compimento di atti e il risalirne ai responsabili, rendendo meno individuabile l'autore di attacchi cibernetici o elettromagnetici, moderne frontiere e versioni della guerriglia partigiana, il cui punto di forza è far molto male con poco e, simultaneamente, "nascondere la mano".
La novità della moderna guerra è che, forse, per la prima volta la guerra si fa più "economica" e parsimoniosa, smentendo l'ineluttabile trend che vede il declino degli imperi della Storia nel momento in cui i costi di mantenimento dell'egemonia ne superano le risorse disponibili (Kennedy 1989) e permettendo l’ingresso nell’agone new-military di nuovi attori con risorse sufficienti, prima esclusi dalla barriera in entrata costituita proprio dagli alti costi di sviluppo e mantenimento di un arsenale convenzionale, senza passare in secondo piano la crescita delle private security firms, che presagisce ad un ritorno del mercenariato, di difficile regolamentazione, favorito dai vantaggi politici nell’utilizzo di tattiche di proxies di attori statali in cerca di discrezione (Ruzza 2011, 226-230).
2- Evoluzione RMA.
Tutto indica che la Cina a breve termine non sarà pronta ad un confronto convenzionale con gli USA su larga scala.
Le forze armate cinesi sono interessate da fenomeni di marittimizzazione e modernizzazione, quest’ultima tramite integrazione interforze e informatizzazione.
Il fine è “vincere guerre locali informatizzate, evidenziando la lotta militare marittima e le PMS marittime” (CMS 2015, III).
Marittimizzazione. In una generale riorganizzazione dei teatri operativi da sette a cinque e virando le attenzioni verso la parte costiera (Tab. C),
è da ravvisare lo sforzo quantitativo e qualitativo notevole da parte del PLAN i numeri impressionanti della cantieristica cinese (Tab. D).
Solo dal 2014, la Cina ha lanciato navi da guerra con un tonnellaggio totale superiore a quelle di tutta la marina francese, tedesca, indiana, italiana, sudcoreana, spagnola o taiwanese (Tab. E).
Ma tradurre più grandi quantità di navi più avanzate in una potenza di combattimento navale veramente capace è un compito più difficile. Mentre il PLAN è molto più grande delle marine britanniche e francesi, non ha né la loro vasta esperienza operativa né alcune delle loro capacità tecniche. Il PLAN ha chiaramente imparato molto dal suo primo schieramento anti-pirateria nel Golfo di Aden nel 2008, almeno per quanto riguarda le competenze di base necessarie per gli schieramenti a lungo raggio. I suoi progressi finora hanno spostato l'equilibrio in termini di capacità di esercitare influenza in un contesto regionale.
Scopo della marina del Dragone è "spostare gradualmente l’attenzione dalla difesa delle acque profonde alla sua combinazione con la protezione del mare aperto” (CMS 2015, IV). Il che significa, innanzitutto, affrontare nel prossimo futuro l’annosa querelle di Taiwan e del controllo del Mar Cinese Meridionale (CMS 2015, I), ove, addirittura, "La questione di Taiwan riguarda la riunificazione della Cina... e la riunificazione è una tendenza inevitabile nel corso del rinascimento nazionale" (ibi).
In generale, in ottica di un conflitto più esteso, nonostante un aumento costante delle spese militari (Tab. F), anche fossero varate la quarta e quinta portaerei cinesi quelle statunitensi sarebbero soverchianti per numero, considerando anche che operativamente un terzo delle flotte è fisiologicamente fermo per manutenzione e un altro terzo in rifornimento.
Modernizzazione. La modernizzazione dell'esercito cinese fa rima con digitalizzazione e informatizzazione. Il progetto, simile a quello tedesco in campo economico Industry 4.0, prevede un'integrazione comunicativa tra i diversi sistemi d'arma e d'armata ai fini di una sempre più efficiente interoperabilità. Bastione del processo è la tecnologia informatica C4ISR, sistema di intercomunicazione fra sistemi di comando, controllo, comunicazioni, computers, informazioni, sorveglianza e riconoscimento.
Nonostante un'economia a forte guida pubblica, i maggiori investitori in ricerca nella A.I. sono aziende private.
Alibaba (smart cities, smart grid, image recognition), Baidu (self-driving vehicles), Tencent (WeChat, face recognition), iFlytec (face recognition, eleborazione del linguaggio naturale) fanno parte di un Comitato Strategico Consultivo istituto dal Governo nel 2017 (Triolo 2018, 114).
Attualmente è in essere una cooperazione con i relativi campioni statunitensi, i GAFAM, che ai fini dello sviluppo possono avvalersi dell'incomparabile mole di metadati offerti dalla demografia cinese. L'amministrazione USA, però, è cosciente del peso della tecnologia negli esiti di lungo periodo nella gerarchizzazione tra popoli e sistemi.
Ciò sta generando una riflessione interna atta a conservare la posizione di preminenza statunitense in tale settore tecnologico (Triolo 2018, 112) e che indirizzerà parte della politica di dazi anticinesi di Trump.
Non è un caso se tra le prime sette aziende in Ricerca & Sviluppo mondiali due si occupano di software e computer, una di elettronica e ben tre di tecnologie hardware (Tab. G).
In generale, la supremazia tecnologica determinerà i rapporti di forza nel prossimo futuro, come sempre: la Silicon Valley fornisce innumerevoli dati all’Intelligence USA. Il “Capitalismo della sorveglianza digitale” ha reso obsoleti apparati spionistici classici e istituti demoscopici: informazioni e umori elettorali degli individui ormai sono raccolti real time su motori di ricerca e Social vari, cui gli Stati Uniti, patria della legislazione antitrust, hanno scientemente permesso di diventare oligopoli planetari sia per dargli il peso specifico per contrattare con i governi locali condizioni di accesso privilegiate sia perché è più facile interloquire (e monitorare) con pochi consigli di amministrazione piuttosto che con molti (N.d.A.).
Il modello è semplice, sottile e suadente. Come dicono gli addetti ai lavori alla comparsa dei primi servizi in Cloud: “Se il prodotto è gratis, allora il vero prodotto sei tu” (Vannini). Cioè, il nuovo petrolio sono i metadati di navigazione, ambiti sia da inserzionisti pubblicitari sia da servizi di intelligence e polizie politiche varie.
I numeri parlano da sé: Google è destinatario del 92% delle ricerche online mondiali, Facebook, Twitter, Youtube, Pinterest e Instagram assorbono il 96% degli iscritti a dei Social (Statcounter 2018). Per questo la Cina difende il Demain virtuale domestico tramite una legislazione censoria e di controllo sulla cessione di dati alla penetrazione straniera e incentivando la ricerca nell’intelligenza artificiale, coltivando, come gli USA, campioni privati nazionali.
I dati nel mondo transitano tramite cavi transoceanici il cui controllo marittimo è fondamentale (Fabbri 2018). Non è da escludere che La Via della Seta contempli anche un bypassamento delle attuali dorsali tramite una via terra: penetrazione ed economica e digitale, ormai, vanno di pari passo ed è impensabile che la Cina non costruisca propri root name server, decentralizzandoli tramite Anycast, sistema di salvaguardia architetturale della rete che permetterebbe la cosiddetta ridondanza (Politi 2016), cioè una commutazione automatica del segnale ad altro server, il quale è sempre in stand-by (un segnale periodico di controllo, detto heartbeat, ne testerebbe di continuo l’efficienza) e pronto ad entrare ON in caso di guasti ai server principali.
La Cina ha tre aziende nelle classifiche di quelle più innovative del 2018 (Tab. H),
figura al secondo posto nelle pubblicazioni di articoli scientifici nel 2018 (Tab. I)
e nel numero di brevetti presentati nel 2017 (Tab. L).
Lo sforzo è enorme e armonicamente esteso a tutti i settori, civili e militari: “spostamento della focalizzazione della mobilitazione di guerra dalle risorse umane alla scienza e alla tecnologia” (CMS 2015, III) e focus su (Kennedy 2015):
1) Nuova tecnologia dell'informazione avanzata;
2) Macchine utensili automatizzate e robotica;
3) Apparecchiature aerospaziali e aeronautiche;
4) Equipaggiamento marittimo e spedizione ad alta
tecnologia;
5) moderne attrezzature per il trasporto ferroviario;
6) veicoli e attrezzature di nuova energia
Insomma un epocale progetto di miglioramento qualitativo di processi produttivi, tramite sinergia tra sviluppo interno e import di know how estero, volto a rendere la Cina produttore di medio alta gamma.
Riguardo all’oggi, comunque, va sottolineato il fatto che la capacità tecnologica della Cina non dovrebbe essere misurata usando le esportazioni ad alta tecnologia data la misura in cui le compagnie straniere guidano le esportazioni cinesi. La metà delle esportazioni cinesi attualmente consiste in "commercio di trasformazione" (in cui le parti vengono importate in Cina per essere assemblate in prodotti finiti e poi esportate); la grande maggioranza di queste esportazioni (84% nel 2010) non è controllata da ditte cinesi ma da società straniere - per lo più affiliate di multinazionali di paesi altamente sviluppati (Brooks e Wholfhort 2016, 7-53).
Conquista dello Spazio. Obiettivo di fondo del programma spaziale cinese è "To build China into a space power in all respects” (China’s space 2016): innovazione, scoperta scientifica, sviluppo economico e sociale, cooperazione internazionale, fino a "to guarantee national security" (ibi).
Le cifre del programma spaziale cinese degli ultimi anni testimoniano un crescente livello di ambizione (addirittura l'esplorazione robotica della Luna) e di maturità tecnologica (varo della stazione spaziale cinese, Tiangong-1).
Grazie alla famiglia di vettori Lunga Marcia (Changzheng), la Cina dispone di un accesso autonomo allo spazio, moderno simbolo di sovranità nazionale e prerequisito indispensabile per qualsiasi paese con mire di proiezione strategica. Lo testimoniano i numerosi lanci orbitali 2010-2016 (Tab M)
che attestano la Cina come secondo operatore satellitare mondiale, dietro agli USA (Tab N).
Nel 2006, la Cina ha creato una costellazione satellitare multi-funzione (APSCO), organizzazione intergovernativa promotrice di cooperazione spaziale tra i paesi dell’Asia-Pacifico (OrizzonteCina 2017, 5).
Al suo interno la Cina agisce da primus inter pares in termini di indirizzo e gestione dei programmi. APSCO è concepita da Pechino in chiave politica (per limitare la capacità di attrazione dell’iniziativa giapponese forum, APRSAF, e, dunque, per sostituire Tokyo come punto focale per la cooperazione spaziale regionale) e diplomatica (accreditarsi a livello regionale - gran parte dei paesi membri dell’APSCO sono situati lungo le nuove Vie della Seta fino alla Turchia).
Il sistema di navigazione satellitare d’area Beidou, servizio di posizionamento a livello globale, diretto concorrente dello statunitense NAVSTAR GPS, dell'europeo Galileo e del russo GLONASS. Ben 35 satelliti per l’osservazione ad alta risoluzione della Terra, Il satellite Gaofen-2 testimonia che la risoluzione dei sistemi di telerilevamento cinesi è ora inferiore al metro, e il satellite Gaofen-4 ha riempito un vuoto, non solo cinese ma mondiale, nel settore dei sistemi per il telerilevamento ottici ad alta risoluzione in orbita geostazionaria (OrizzonteCina 2017, 6).
Dunque, la Cina può vantare un sistema di comunicazioni autonomi e di rilevamento ad alta precisione, essenziali ad affrontare eventuali sfide belliche moderne.
La completa modernizzazione della società cinese, dunque anche del settore spaziale, è stata fissata da Xi Jinping nel 2035 (Ji 2018, 61), fatto salvo anticipo nei tempi grazie all’accelerazione tecnologica.
La politica ufficiale cinese è il NFU, il ché contempla il Second Strike. Il ché significa che la Cina si sente in grado di sopravvivere ad un First Strike da parte di terzi, facendo leva sul numero di abitanti. Se al primo Strike venissero polverizzati trecento milioni di cinesi la Cina rimarrebbe in piedi: gli USA potrebbero permettersi altrettanto?
Gli statunitensi hanno dubbi sull’ambiguità del NFU: “gli ufficiali del PLA hanno scritto pubblicamente… per precisare le condizioni in base alle quali la Cina potrebbe aver bisogno di usare prima le armi nucleari; per esempio, se l'attacco convenzionale di un nemico ha minacciato la sopravvivenza della forza nucleare cinese o del regime stesso. La mancanza di trasparenza della Cina per quanto riguarda la portata del suo programma di modernizzazione nucleare, tuttavia, solleva domande riguardo al suo intento futuro...” (DoD 2019, 66).
Artico. Il Pentagono teme che la ricerca civile nell’Artico possa rafforzare la presenza militare cinese sotto la calotta polare, notoriamente scudo di invisibilità per i sottomarini nucleari. Inoltre, l’Artico è il punto più vicino per lanciare vettori contro gli USA (Tab. O), il ché permetterebbe alla Cina di esercitare una forte deterrenza semplicemente distribuendo sottomarini nella regione.
Attualmente i cinesi hanno quattro SSBN (più altri due in allestimento e pronti per il 2020), sei SSN e 50 SS. Nel 2025 potrebbero raggiungere le 10 unità balistiche, ognuna dotata di 12 SBLM con tre testate l’uno (JL-3), abbastanza per raggiungere una soglia critica molto seria di deterrenza, compresa la flotta di protezione e attacco dei previsti 65/70 sottomarini già nel 2020 (ibi 2019, 35-36).
Bisogna, altresì, considerare che l’aumento quantitativo e qualitativo di tecnologia nei sistemi di arma sta portando a tempi di sviluppo più lunghi rispetto a prima nei sistemi convenzionali più complessi, come i sottomarini, il chè ne posticipa l’implementazione di fascia alta, da parte cinese, per mezzi con una curva di apprendimento più piccola, come i missili (Brooks e Wholfhort 2016, 7-53), sicuramente più utili nell’A2 / AD.
Conclusioni
La nostra conclusione è che un settore ove la Cina può realisticamente tenere testa agli USA nel prossimo futuro è quello balistico nucleare, soprattutto nella modalità sottomarina.
La qual cosa porrebbe l’Artico come teatro militare decisivo in un confronto mondiale Cina-USA.
Appendice I: ACRONIMI
A2 / AD Anti-Access / Denial area
APSCO Asia-Pacific Space Cooperation Organization
APRSAF Asia-Pacific Regional Space Agency
CMS China’s Military Strategy
C2W Command And Control Warfare
EIW Economic Information Warfare
EPL Esercito Popolare Di Liberazione
EW Electronic Warfare
GAFAM Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft
GLONASS GLObal'naja NAvigacionnaja Sputnikovaja Sistema / GLObal NAvigation
Satellite System
GRU Glavnoe Razvedyvatel'noe Upravlenie
HW Hacker Warfare
IBW Intelligence-Based Warfare
IoT Internet of Things
IW Information Warfare
IVA Imposta sul Valore Aggiunto
Jl-3 Jù Làng 3 (Literally: “Giant Wave 3”)
NAVSTAR GPS NAVigation Satellite Timing And Ranging Global Positioning System o di NAVigation Signal Timing And Ranging Global Position System
NFU No First Use
PLA People’s Liberation Army
PLAN People’s Liberation Army Navy
PLASAF People’s Liberation Army Second Artillery Force
PMS Preparation Military for Struggle
PSYOP Psychological Warfare
RMA Revolution in Military Affairs
SLBM Submarine-Launched Ballistic Missile
SOA State Oceanic Administration
SS Diesel-Powered Attack Submarine
SSBN Nuclear-Powered Ballistic Missile Submarine
SSN Nuclear-Powered Attack Submarine
Appendice II: BIBLIOGRAFIA
Anders G., “L'uomo è antiquato”, 2 volumi, Bollati Boringhieri, Torino, 2003 (prima edizione, Milano 1963)
Cristadoro N., “La dottrina Gerasimov e la filosofia della guerra non convenzionale nella strategia russa contemporanea”, Libellula Edizioni, 2018
Fabbri D., “Alaska il Non Artico Americano”, LIMES, “La febbre dell’Artico”, n. 1/2019
Fabbri D., “L’impero informatico americano alla prova cinese”, LIMES, “La Rete a Stelle e Strisce”, n. 10/2018
Kennedy P, “The Rise and Fall of the Great Powers”, New York, Vintage, 1989
Liang Q., Xiangsui W., “Unrestricted War” (trad. Foreign Broadcasting Information Service), 1999
Mini F., “Che guerra sarà”, 2017, Il Mulino
OrizzonteCina, Rivista bimestrale di politica, relazioni internazionali e dinamiche socio-economiche della Cina contemporanea, 2017, Vol.8, n.1
Ruzza, S., “Guerre contro terzi. Aziende di sicurezza e privatizzazione della funzione militare”, Il Mulino, Bologna, 2011
Triolo P., "Pechino non dominerà l’intelligenza artificiale", LIMES, “Non Tutte le Cine sono di XI”, n. 11/2018.
You Ji, “Pechino prepara la guerra, sperando di non farla”, LIMES, “Non Tutte le Cine sono di XI”, n. 11/2018
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